UN ANELLO A SORPRESA NEL LAGORAI
Ancora una volta il Lagorai, ma la catena è talmente lunga ed articolata, che non finisce mai di sorprendere; un’altra caratteristica la rende appetibile: è vicina a casa.Così si va alla scoperta dello “scoglio che divide il Tesino dalla Valsugana”, ossia Cima Lasta.
La partenza è una tranquilla strada sterrata illuminata a tratti dai raggi del sole che, a fasci, filtrano ed interrompono il fitto bosco di conifere.
Un cavallo, incuriosito dal passaggio della comitiva, si sporge dal suo recinto, poi galoppa come impazzito cercando di precederla, ma ahimè i suoi momentanei amici prendono un’altra direzione. Salgono tra gli alti fusti, tra cui si distingue una ceppaia cava che, riempita dall’acqua piovana, riflette le fronde degli alberi. Qui sono i faggi a farla da padrone, bellissimi, contorti, ancora indossano il vestito estivo.
Uno slargo, il Col delle Bagole, ed ecco una finestra di un appostamento in grotta, usato in tempi non di pace, offre una larga veduta sulle cime di fronte, tra cui Ortigara ed Armentera; le vette vengono in tal modo incorniciate quasi a sottolineare la loro bellezza. Terminata la salita nel bosco, ora appaiono rocce solcate dall’erosione, che interrompono il manto vegetale; la loro colorazione chiara, da lontano, le fa assomigliare a delle lastre o laste: proprio da questo aspetto deriva il nome dato alla cima, ossia Cima Lasta.
Ora il cammino prosegue lungo la cresta a picco sulla sottostante Valsugana 1300 metri più sotto. Da quassù si dominano i rettangoli verdi ed ocra dei campi e le macchinine sfreccianti lungo la statale. Sembra di volare! Sul ciglio del precipizio, sospesi nel vuoto, quasi orizzontali, contorti, riescono a crescere i mughi.
La vetta, ben presto raggiunta, offre un panorama superbo sul vicino Monte Lefre e su altre cime del Lagorai e dell’Altopiano. Più in basso gioca a far cucù tra le fronde il Ponte dell’Orco, una caratteristica formazione rocciosa. La sosta è breve, un’altra vetta aspetta. Così si scende rapidamente nel bosco, dove le prime fronde dei faggi accennano timidamente a tingersi d’autunno, fino alla Forzeleta. Quindi un sentiero dotato di tornanti, svela la sua origine: un tempo era una strada militare, ora conduce a Cima La Presa, contrassegnata da una semplice croce lignea, che ancora una volta si staglia sopra la sottostante Valsugana. Da questo punto di vista Cima Lasta si mostra in tutta la sua imponenza.
Dopo la conquista di due vette si può scendere per altra tranquilla sterrata immersa nel bosco. L’escursione si concede una piccola sosta in un angolo idilliaco: una bella fontana di legno troneggia vicino ad un prato smeraldino con un laghetto perfettamente mimetizzato, verde nel verde, svela la sua identità solo poco prima che un malcapitato ci possa cadere dentro. Tutto intorno, fanno da corona le conifere ed il cielo terso di un meraviglioso blu cobalto.
Gli ampi prati di Mezza accolgono la conclusione dell’escursione, la cui parola fine è sottolineata dal volo leggiadro di una Vanessa.
Antonietta