E le stelle stanno a guardare

E LE STELLE STANNO A GUARDARE

Come da consolidata tradizione ogni anno il gruppo naturalistico organizza un corso.

Però quest’anno si presenta in veste completamente nuova: gli occhi dei corsisti non sono più rivolti verso il suolo, ma puntati verso l’alto, ossia al cielo.

Il primo corso di astronomia proposto dal gruppo naturalistico, è subito accolto con entusiasmo: soci e non affollano la sede nella serata di apertura e mantengono costante l’interesse durante le tre lezioni teoriche e le altrettante uscite serali presso gli osservatori astronomici della zona.
Quindi tutti pronti ad ascoltare Francesco, appassionato astrofilo, che già durante le uscite con pernottamento in rifugio aveva acceso l’interesse degli escursionisti verso le stelle. Infatti chi sale le alte quote è più vicino al cielo, anche perchè solo in montagna, senza inquinamento luminoso, si può godere di meravigliosi cieli stellati!

Le stelle! chi non ha provato curiosità ed allo stesso tempo inquietudine di fronte a questo spettacolo della natura? Oggi è poco visibile, ma anche nelle nostre città piene di luci, se uno vuole qualche stellina la può scorgere.
Sembra che questo corso sia nato, tanto per stare in tema, sotto una buona stella!
Infatti proprio quest’anno la prima italiana è ospite della stazione spaziale ed era già stata osservata attraversare il cielo stellato in una memorabile notturna. Ma non basta, un altro evento ci attende: il 20 marzo è visibile l’eclissi parziale di Sole.

Proprio il Sole è uno degli argomenti del corso. Questo corpo celeste la fa da padrone, visto che rappresenta il 99,9% della massa di tutto il sistema solare. E’ la stella più vicina a noi: la sua luce impiega 8 minuti per arrivare fino alla Terra (la radiazione luminosa della stella più vicina impiega 4 anni). La nostra fonte di luce e di calore è alla metà della sua vita. Si formò circa 4,5 miliardi di anni fa nella costellazione di Orione; là una supernova aveva lasciato il suo materiale, che ricevuto un forte impatto, scoppiò dando origine al nostro astro. È affascinante sapere che il ferro presente sulla Terra è stato prodotto proprio da quella esplosione.
Il Sole  è una nana gialla di dimensioni medio piccole; ciò nonostante, il volume della Terra vi potrebbe essere contenuto 1milione e 200mila volte! Il suo diametro è circa 109 volte quello della Terra.
In esso avvengono continue reazioni nucleari, dove l’idrogeno si trasforma in elio a causa delle condizioni estreme presenti, Tale processo genera ogni secondo una grande quantità di energia, emessa nello spazio sotto forma di radiazioni elettromagnetiche, che consentono la vita sulla Terra. La nostra stella presenta delle protuberanze, dovute alle continue esplosioni, che nei momenti di maggiore attività lanciano nello spazio delle particelle, a cui si deve il fenomeno delle aurore boreali, visibili soprattutto ai Poli, in quanto arcuati.
Il Sole è il polo di attrazione del sistema solare, formato da  pianeti, satelliti ed altri corpi celesti.
Otto sono i pianeti che orbitano attorno alla nostra stella, quattro rocciosi ( Mercurio, Venere, Terra e Marte)  e quattro gassosi (Giove, Saturno, Urano e Nettuno).
I primi sono tali, perché essendo vicinissimi al Sole e perciò più caldi, hanno fatto evaporare molti gas che li circondavano e sono rimasti rocciosi. I pianeti più lontani dal sole, sono più freddi, perciò gassosi, cioè delle sfere di gas: non si può atterrare su Giove!
Ecco in dettaglio i pianeti!

Mercurio, visibile solo all’alba o al tramonto ( a seconda dei momenti dell’anno), presenta una faccia rovente ed una ghiacciata.

Venere è completamente ricoperto di gas; per questo è luminosissimo, in quanto riflette la luce del Sole. Noi lo possiamo ammirare subito dopo il tramonto, oppure poco prima dell’alba, come la prima “stella” della sera o l’ultima del mattino.

Marte, definito il pianeta rosso perché pieno di ferro, mostra i poli di anidride carbonica completamente ghiacciati. Eccelle per le abbondanti misure: il monte Olimpo alto 22 chilometri ed un cratere ampio come le Francia.

Più lontani dal Sole si trovano i colossi gassosi.

Giove è l’affascinante pianeta dalle righe colorate e dall’enorme macchia. Non scherza neppure con le lune, addirittura sessanta: le quattro più grandi, i satelliti medicei, furono osservati da Galileo.

Pure Saturno si distingue per l’abbondanza di satelliti e per gli anelli, costituiti da piccoli pezzi ghiacciati con un’intersezione in mezzo; non sono altro che frammenti di un satellite non formatosi. Una sua luna, Titano, si distingue per dei laghi ghiacciati.

Urano fu il primo pianeta ad essere scoperto con il telescopio.

Nettuno fu identificato con calcoli matematici e solo in seguito con le osservazioni: gli astronomi infatti notando dei cambiamenti insoliti nell'orbita di Urano, supposero vi fosse, all'esterno, un pianeta sconosciuto che ne perturbava l'orbita.

Otto pianeti, ma solo la nostra Terra ospita la vita.

Il fascino dei cieli notturni è anche impreziosito dalla Luna, il nostro satellite. La Luna fa sognare, è dipinta dai pittori, cantata dai poeti, cambia sempre d’ aspetto, sparisce per riapparire a forma di falce. Condiziona la vita sulla Terra per quanto riguarda le maree, il cui fenomeno la fa allontanare dal pianeta. Soprattutto stabilizza l’inclinazione dell’asse terrestre: senza la Luna il clima sarebbe diverso, tanto da non rendere possibile la vita. Si è formata a causa dello scontro di un asteroide con la terra e per questo motivo è composta dello stesso materiale del mantello terrestre. Ci mostra sempre la stessa faccia, in quanto i moti di rotazione e rivoluzione hanno la medesima durata. In quella faccia i bambini (e non solo) vedono disegni diversi, che accendono la loro fantasia; sono i mari lunari, profonde ferite formatisi dal violento impatto con gli asteroidi, che in tempi remotissimi fecero uscire il magma, poi solidificatosi.

Ora conosciuto il sistema solare, si può andare oltre, nella fascia delle comete, di cui la più famosa è Hale-bopp, apparsa nel 1997 con addirittura due code.
Però con appositi programmi si naviga virtualmente nella nostra Galassia, la Via Lattea, nata 13,7 miliardi di anni fa. Su di un suo bordo è posizionato il Sistema solare, così d’inverno vediamo all’esterno, mentre d’estate volgiamo lo sguardo all’interno della stessa. In questo modo noi possiamo godere dello spettacolo di stelle e stelle, dal momento che la Via Lattea è composta di 400 miliardi di astri.
Più in là lo spazio vuoto, costellato da miliardi di galassie, delle isole di stelle!
Il piccolo insignificante uomo con tutta la sua strumentazione è riuscito a conoscere solo il 4% dell’universo; pertanto il 96% rimane un illustre sconosciuto.
Un universo in continua espansione, in quanto le galassie si allontanano le une dalle altre.

Molto affascinanti si dimostrano le uscite del corso, due con meravigliosi cieli stellati. Una, quella presso l’osservatorio di Nove, invece non si effettua per avverse condizioni meteorologiche, ma offre ai corsisti la visita al piccolo osservatorio con un prezioso telescopio proveniente da Ravenna e costruito in otto anni tutto completamente a mano.
La prima uscita consta di due parti: un’osservazione diretta al telescopio sulla terrazza delle stelle del Centro Chiavacci di Crespano del Grappa. Il cielo è bellissimo, così si può vedere ad occhio nudo il Grande ed il Piccolo Carro con la stella Polare, la nostra stella fissa.  Fissa è un termine impegnativo, è tale solo per noi, ma gli antichi Egizi usufruivano di Thuban, una stella della costellazione del Drago, mentre nel lontano futuro cambierà ancora e sarà Vega.
Ma si osservano pure Giove, la costellazione di Orione con il suo cane Sirio, i Gemelli uno rosso ed uno blu, Cassiopea.
Al telescopio si scrutano la nebulosa di Orione, una galassia a spirale e la cometa Lovejoy.
La seconda parte dell’uscita è tenuta al planetario, dove s’apprende il movimento apparente del Sole e la sua altezza sul meridiano celeste, la durata del dì e della notte, l’avvicendarsi delle stagioni con Equinozi e Solstizi ed infine le costellazioni dello Zodiaco.
La terza uscita si svolge presso l’osservatorio astronomico Pennar di Asiago.
Anche qui il cielo si presenta nella sua veste migliore e con ancora qualche residuo di luce si gode del passaggio della stazione spaziale.
Quindi al di sopra delle sagome nere degli abeti ancora una volta si può godere dello spettacolo di Orione con la sua cintura.
Dopo si entra nell’osservatorio, che apre la sua cupola al cielo stellato per emozionarci ancora una volta, attraverso il grosso telescopio, alla vista del firmamento.
Per concludere il primo corso di astronomia offre solo una piccola introduzione ad un argomento vastissimo. Lascia comunque ai corsisti la voglia di ampliare personalmente le proprie conoscenze, come recita il logo, scelto dagli astrofili nel 2009 nel quattrocentesimo anniversario delle prime osservazioni con il cannocchiale di Galileo: “L’Universo a te scoprirlo”.   

 

 

 

Antonietta

 

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