DI RIFUGIO IN RIFUGIO
A fine agosto, come ormai consuetudine da quattordici anni, il Gruppo Naturalistico propone un trekking di tre giorni; quest’anno si percorrono i sentieri del Parco Naturale del Gruppo di Tessa.
Così 18 baldanzosi camminatori s’avviano da Rablà, carichi di zaini un po’ più pesanti del solito: si deve pernottare in rifugio ed essere pronti ad ogni evenienza!
Il cielo è sul nuvoloso e tale rimane durante l’intero percorso del primo giorno, però il chiacchierio del torrente rallegra gli animi, come pure i fiori del nuovo rifugio e della più elevata Zielalm: d'altronde siamo in Alto Adige, dove i balconi fioriti si sprecano.
La meta è il rifugio Fiammante, biancheggiante su un colle erboso. Offre il meglio di sé visto dall'alto, ossia dal ponticello di assi dondolanti sopra il torrente impetuoso: qui osservato da un pertugio tra due rocce, sembra una
perla. Anche l’interno è all’altezza del suo aspetto esteriore, accogliente sia nel vitto come nell’alloggio.
Il giorno dopo il tragitto dovrebbe attraversare la zona più paesaggistica e suggestiva dell’intero trekking, ma purtroppo il cielo non è molto benevolo, a tratti fa i dispetti e dispensa goccioline di pioggia. Così i piccoli e numerosi specchi d’acqua, riflettono il colore del cielo e sono un po’ cupi. Ma ugualmente regalano splendidi riflessi delle rocce intorno. Fortunatamente il cielo ha rispetto degli umani e trattiene le sue lacrime nei tratti più impegnativi, come l’attraversamento degli enormi graniti, ancora a tratti coperti di neve, e durante la discesa lungo il breve percorso attrezzato. Già superati quelli, cari terrestri riaprite gli ombrelli! i laghi di Sopranes di origine glaciale, potete vederli solo attraverso una cortina di pioggerella. Così gli altrimenti bellissimi colori del lago Lungo si sono ridotti ad un’unica opaca tonalità di grigio; solo il lago Verde, nonostante la luce cupa, mantiene il suo bel colore blu profondo e lascia uscire dal suo bacino un’allegra cascatella.
Fortunatamente gli animali sono incuranti del tempo uggioso e si mostrano agli umani, che procedono in silenzio camminando sulle punte; ed ecco dapprima delle piccole marmotte, in realtà un po’ sonnolente, indugiano sui graniti; in seguito uno stambecco passeggia sulle rocce in alto; infine alcuni camosci giocano a nascondersi dietro le pareti rocciose.
Il cammino quindi procede verso la malga prima ed al Bockerhutte poi. Quest’ultimo è una fattoria privata adibita ad uso rifugio. Pertanto l’alloggio è accompagnato dai rumori degli animali classici di una malga, come pure i prodotti alimentari a disposizione sono in gran parte fatti in casa. Le stesse pareti esterne, in sasso un po’ severe, sorridono ingentilite dalle ricadenti petunie.
Il terzo giorno si affaccia sull’Alto Adige ancora grigio, ma con qualche timida speranza di miglioramento, anche se non sufficiente alla salita della Cima Muta. Pertanto si scende per lastricato chiuso da staccionate continue, una precauzione troppo eccessiva, che rende il cammino un po’ incerto. Finalmente s’arriva alla gasthaus Mutkof, ridente nel bosco, e quindi si segue il saliscendi del sentiero panoramico. A tratti la nebbia si dirada e lascia intravvedere la bellissima conca di Merano. Ma che importa…il declivio del monte è fiorito di Campanule, Caluna e Centaurea, di cui una addirittura albina.
E il trekking s’avvia alla sua conclusione congedandosi nel bosco abitato da funghi decorativi, come l’Amanita cesarea e commestibili, come Boleti, Finferli e Mazze di tamburo. Ma essendo rispettosi dell’ambiente, i naturalisti guardano e passano, fino a sbucare tra i meleti carichi di frutti colorati, a ricordare che l’autunno non tarderà ad arrivare.
Antonietta