NELL’ANNIVERSARIO DELLA CONQUISTA
Il Cervino, definito il più nobile scoglio d’Europa, per gli abitanti della Valtournanche è la montagna più bella del mondo. Loro sono nati e cresciuti sotto la Gran Becca (nome locale del Cervino), hanno avvertito da sempre la voglia di salire questo splendido isolato quattromila, sorto dal mare 100 milioni di anni fa in seguito alla collisione tra la placca europea e quella africana.
La vetta stessa non è altro che un pezzetto d’Africa, che in seguito a quel terribile sconvolgimento della crosta terrestre, è finito lassù in cima alla piramide.
La voglia di salire in punta (come dicono qui) ammagliò valligiani e stranieri.
Nella seconda metà dell’Ottocento i nomi più importanti dell’alpinismo sferrarono vari attacchi alla vetta, sempre respinti a colpi di cattivo tempo. Ormai era sorta una vera e propria competizione tra il valligiano Jean-Antoine Carrel e l’inglese Edward Whymper. Nel luglio 1865 i due non riuscirono ad accordarsi per vincere insieme il Cervino; così il primo tentò la scalata dal versante italiano, mentre il secondo dalla più facile via svizzera.
Il 14 luglio Carrel, mentre tentava la salita per conto dell’allora appena nato Club Alpino Italiano, riconobbe i bianchi pantaloni di Whymper sulla vetta. Preso dallo sconforto, girò la sua cordata e scese a valle. Ci vollero molta pazienza e valide argomentazioni per convincerlo a ritentare l’impresa. Infine il 17 luglio 1865 fu salita la prima italiana dalla parete sud-ovest, quella tecnicamente più difficile.
Perciò quest’anno ricorrono i 150 anni dalla conquista! Italiani e Svizzeri organizzano molteplici manifestazioni per festeggiare degnamente l’evento.
Il gruppo naturalistico è presente proprio in questi giorni a Breuil_Cervinia e così può vivere in diretta gli irrepetibili momenti.
Al suo arrivo è accolto al suono dei tipici strumenti locali, al cui ritmo si muovono persone in costume rosso e nero. È il ballo Rouge e Noir, tra cui spicca una donna tutta vestita di bianco.
Si sta rievocando una leggenda!
Quando nel paese di Breuil c’erano solo malghe e pascoli viveva una bellissima fanciulla, la Dama Bianca, talmente straordinaria da far innamorare di sé il gigante Gargantua; egli la rapì e la nascose tra le montagne. Ma gli abitanti delle valli non rinunciarono alla ragazza e si coalizzarono per ritrovarla. Il gigante impietosito la caricò sulla slitta e la restituì alla sua gente, che per festeggiare il ritorno organizzò un grande ballo.
Da allora ogni anno a Carnevale si ricorda l’avvenimento: la Dama Bianca viene impersonata da una ragazza sempre diversa di Breuil. Il 2015, data la ricorrenza della conquista, si celebra una speciale edizione estiva!
Così si può incontrare la ragazza dell’anno, ossia la pittrice del Cervino. Nei suoi quadri raffigura la Gran Becca da tutte le possibili angolazioni, la vede come in sogno, il suo sogno di salire anche lei in punta.
Ancora si può conoscere, alla presentazione del suo libro, Hervè, discendente da una generazione di guide, che la montagna l’ha scritta nel DNA
Si può parlare con lo scultore, che nelle sue opere lignee racconta la storia delle persone che hanno legato la loro vita al Cervino; nello stesso ceppo rappresenta la conquista, con il trionfo di Whymper ed il ritorno mogio di Carrel.
In questi giorni la Gran Becca è illuminata a giorno, fuochi artificiali ballano al ritmo della musica, intervallati dal racconto della conquista.
Un wek end quindi a contatto con la gente, sempre con lo sfondo del Cervino, bellissimo al mattino, con il cappello ed un po’ corrucciato al pomeriggio.
In questa particolare cornice si sviluppano le tre escursioni.
Una prima al lago Goillet, dall’intensa colorazione turchese, incastonato tra splendidi pascoli di quota trapunti dalle fitte corolle rosa del trifoglio alpino. La seconda tocca la croce di Carrel, appena sopra il rifugio Duca degli Abruzzi. Un luogo sacro, che vide l’epilogo della sua generosa vita, spesa per la Gran Becca fino all’ultimo, quando, lottando contro un’interminabile tormenta, riuscì a portare fuori pericolo il cliente ed il portatore, ma non salvò se stesso.
La terza, l’escursione più bella, è la lunga traversata da Chamois a Cervinia con sempre di fronte il Cervino.
Il cammino inizia dal bellissimo paesino di appena 98 abitanti, che ha saputo conservare l’architettura tipica della valle, respingendo i falsi miti del calcestruzzo. Una ripida salita ed ecco lo sguardo indaga tra le acque del laghetto di Lod, dove fiorisce il Poligono anfibio, dalle allungate foglie galleggianti, da cui si elevano le piccole spighe rosa. Quindi si arriva all’incantevole borgo di Cheniel, curato nei minimi particolari: angoli fioriti dappertutto, creati con gusto e passione, perfino la caffettiera blu traboccante di fiori è in posa per lo scatto di un molto probabile fotografo. Ed il cammino va, continui saliscendi, l’incontro con un gregge di pecore, il Cervino che si nasconde e riappare, in basso il paese di Valtounenche stretto nella sua lunga valle, il sole amico nel cielo. Ma ecco l’escursione regala una rarità floristica: tra l’erba un magnifico esemplare di Centaurea uniflora completamente bianca. Ancora saliscendi, che sembrano non finire mai... fino all’apoteosi: il lago Blu, incuneato tra la vegetazione come in uno scrigno, svela acque limpidissime in cui il verde ed il blu si mescolano sapientemente. Perché lasciare quest’oasi di pace? È d’obbligo il giro del laghetto fino a scorgere il Cervino riflesso nelle sue acque appena increspate.
Infine la Gran Becca si congeda con la visione del suo scoglio emerso ora dal “mare” di neve del Plateau Rosa, incoronato da una preziosa nube bianca.
Antonietta