LUNGO LA STORICA VIA DEL MARMO

Foto storicaLUNGO LA STORICA VIA DEL MARMO

La via del marmo di Verzegnis è stata per anni fonte di fatica, sudore e vita per i friulani, ma anche per persone con residenza lontana, che tornavano a casa per lavarsi magari solo due volte ogni sei mesi. Sono  queste le esperienze di vita raccontate a viva voce durante l’escursione in terra carnica, un’escursione con risvolti nuovi, come sempre naturalistici, ma anche antropologici. A "viva voce” in quanto uno dei cavatori del calcare rosso è presente con la moglie  su quei sentieri tante volte percorsi per lavoro. Raramente un’uscita naturalistica presenta tali caratteristiche.

In questa terra, da tempi lontani ed ancor oggi, si estrae la pietra ma con metodi evolutesi nel tempo.

Le caveDopo aver percorso il tragitto dei cavatori, ora sentiero storico - naturalistico, si giunge alla cava, un’enorme ferita nella montagna.  Sono ancora visibili le baracche ricovero per i lavoratori, con la stanza mensa e la cucina.

Là troneggiano i grossi massi in attesa di essere portati a valle con i camion lungo la strada di servizio. Un tempo venivano trascinati alla “lissa”, un sistema di pali in forte pendenza, e quindi fatti scivolare per mezzo di slitte, regolati da quattro uomini: essi dovevano assolutamente lavorare in squadra, due a tirare e due a frenare ancorandosi a degli appositi ganci infissi nei pali di legno. Lavoro duro, pericoloso che si protrasse fino agli anni trenta, quando fu costruita la teleferica: I massi, numerati, venivano caricati sulla decauvilla, un sistema di trasporto sui carrelli di una rotaia a scartamento ridotto, che con una galleria attraversava la montagna, e quindi portati alla teleferica. Il cassone è ancora là: è lo stesso della foto in cui è ripreso, tra i lavoratori, l’odierno escursionista, allora in giovane età. È d’obbligo un’altra foto, che immortali la coppia nuovamente nello stesso posto: due persone in pellegrinaggio sui sentieri della memoria; lui dove aveva lavorato duramente per due anni, lei in un  luogo che aveva sempre sentito nominare, ma mai visto.

Oltre all’estrazione del “marmo”, l’escursione presenta  notevoli aspetti paesaggistici: ampie finestre sulla valle del Tagliamento, da cui si eleva l’Amariana, un monte improvviso a forma di cono con forti conoidi di deiezione.

Giglio carniolicoInfine, ma non sicuramente ultimi, sono numerosi gli aspetti naturalisti, rappresentati da un trionfo di fioriture ( come in tutte le montagne in quest’ anno così particolare); quattro specie di gigli nella medesima escursione: il Rosso, il Martagone, il Paradisia e per finire il raro Carniolico (non siamo forse in Carnia?). Ma non basta: il poco diffuso (nelle nostre Prealpi) Geranio macrorizum , qui colora, con le sue corolle, ampie distese che accompagnano l’escursionista durante tutto il cammino. Ed ancora il blu dell’Iris graminea dipinge qua e là il prato.

Il cammino è accompagnato dal volo del grifone, che volteggia lassù nel cielo nelle ore calde della giornata.

Esplosione di vita, di colori e di forme in un’escursione che si pregia di avere la presenza di addirittura due presidenti: il generale ed il sezionale.

 

Antonietta

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